lunedì 4 giugno 2012

L'incubo, Johann Heinrich Fussli, 1791


Oil on canvas, 75,5x64cm, Goethe Museum, Franfurth am Main

L'incubo è un olio su tela realizzato nel 1781 da Johann Heinrich Füssli. L'artista ha realizzato diverse versioni di quest'opera, la tela mostra un'immagine ipnagogica.
L'opera ben rappresenta la dimensione onirica, sconosciuta e misteriosa all'epoca e che sarà studiata e teorizzata tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, soprattutto con gli studi compiuti da Freud sull'interpretazione dei sogni. È rappresentato un ambiente interno borghese contemporaneo al pittore, in cui il primo piano rappresenta la dimensione del presente e perciò della realtà, ed è investito dalla luce. Lo spazio è intimo e privato: la camera da letto di una giovane fanciulla dormiente. Tuttavia la sua posizione è visibilmente innaturale e scomposta a causa del suo travaglio interiore; il volto appare sofferente, le braccia e la testa abbandonate alla forza di gravità, la carnagione è pallida, quasi la ragazza fosse morta. In secondo piano, a destra, una toilette raffinata con un centrino di pizzo, un'anfora di cristallo, un porta profumi e un portagioie. Importante è l'elemento dello specchio: esso riflette solamente le immagini reali; le immagini prodotte dall'incubo tuttavia si materializzano in due creature dotate di reale concretezza. La prima è ibrida e grottesca e assume vero peso fisico, facendo pressione e comprimendo il torace della fanciulla; il suo ghigno, le orecchie appuntite, la gobba e la folta peluria lo accomunano ai goblin e alle misteriose creature delle tradizioni nordiche e ai gargoyles delle cattedrali gotiche.
La cortina densa e impenetrabile del piano di fondo nero (che rappresenta l'oscurità psicologica sconosciuta, e qui Fussli si riallaccia al tema romantico del sublime) si spalanca per far emergere una giumenta spettrale che avanza prorompente, con occhi bianchi ciechi e fosforescenti, le narici frementi e una criniera sfumata, evanescente. Fussli si interessò alle tradizioni popolari e fu influenzato dalla leggenda inglese della nightmare (in italiano "incubo" appunto, ossia il "demone della notte"[1]) secondo cui un mostriciattolo cavalcava una giumenta di notte per disturbare il sonno delle giovani ragazze.
Lo schema della composizione è piramidale, il cui vertice è rappresentato dall'incontro delle "tende oscure" al di sopra del cavallo, accompagnato da un gioco di curve che si corrispondono: alla gobba del mostro, al braccio della ragazza e al collo della giumenta si contrappongono le gambe della fanciulla, creando un effetto di dinamismo. Le figure emanano una luce che non è naturale, e che può addirittura tingersi di azzurro (il lembo inferiore del lenzuolo).
L'opera è stata interpretata in vari modi, tra cui è interessante ricordare quella in chiave psico-analitica, secondo cui i mostri fuoriusciti dall'incubo rappresenterebbero la forza e l'impeto di Fussli che reagisce ad un amore non corrisposto. L'opera ha ispirato Stanley Kubrick per alcune scene del film Barry Lyndon del 1975, Ken Russell per "Gothic" (1986) e Eric Rohmer in "La Marchesa Von O..." del 1976.

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